articolo Cucina
Il gelato, buono o cattivo? freccemercoledì 11 settembre 2013 


Che il gelato sia più buono o cattivo è possibile stabilirlo solo conoscendolo bene. Certo, parlare di gelato a settembre, quando l’estate spara ormai le sue ultime cartucce e l’armadio è in attesa del ribaltamento stagionale, può sembrare paradossale. In realtà, che sia in un surriscaldato centro commerciale o come degno dopo cena tra amici, si può dire che non fa mai troppo freddo per averne voglia. Le sue origini sono antichissime, bisogna andare indietro di almeno 500 anni e l’Italia ormai ha un riconosciuto primato in materia.

Bisogna però avere consapevolezza di cosa si mangia e dunque saper scegliere. Inutile dire che sarebbe meglio evitare i gelati confezionati. Infatti, al di là di casi specifici come vacanze all’estero in luoghi non sicuri dal punto di vista igienico, questi presentano solo svantaggi a livello nutrizionale, annullando del tutto le qualità che di solito attribuiamo al gelato. Le produzioni industriali, infatti, presentano una quantità superiore di zucchero (che oltre a rendere il gelato più goloso serve ad abbassare la temperatura di congelamento donando quindi maggior cremosità) e ricorrono ad aromi artificiali, conservanti, stabilizzanti, etc.

Questo vale anche per i ghiaccioli che in genere vengono offerti ai bambini come qualcosa di rinfrescante e innocuo, magari con l’intenzione di far mangiare della frutta per vie traverse. In realtà anche qui il sapore è dato solo dagli aromi artificiali...dunque di frutta neanche l’ombra. Il discorso cambia se parliamo di gelato artigianale. Qui addirittura c’è chi sostiene che saltuariamente possa essere assunto come sostituto di un pasto e c’è sicuramente accordo nel ritenerlo una valida merenda. Oltre a coccolare il palato con la sua cremosità e a soddisfare la gola col gusto che preferiamo, il gelato apporta una serie di micronutrienti utili al nostro organismo.

Innanzi tutto è da apprezzare la quantità di proteine ad alto valore biologico quali quelle del latte e delle uova (nel caso dei gelati alle creme), poi gli zuccheri, i carboidrati e la frutta. Inoltre ci si trova di fronte ad ingredienti di qualità e non ad espedienti come succhi di frutta o latte in polvere. Ovviamente l’unica arma che abbiamo a disposizione, per scegliere bene, è la lista degli ingredienti. La legge prevede che sia sempre esposta anche nelle gelaterie artigianali, sebbene purtroppo questa disposizione sia spesso disattesa.

Possiamo mangiare tranquilli se nell’elenco non compaiono oli o grassi idrogenati, o quanto meno se questi non sono tra i primi posti, il che significherebbe che predominano quantitativamente. A livello calorico si spazia indicativamente dalle 100 alle 300 calorie (per 100gr), a seconda che si scelga un gelato alla frutta o uno alle creme e in relazione agli specifici gusti. Esistono poi interessanti soluzioni per chi è particolarmente attento alla linea o per problemi di salute dovesse evitare latte e derivati. Tra questi si pensi al sorbetto al cioccolato ottenuto con cacao amaro o dalle tavolette e assolutamente privo di latte o panna, oppure al gelato di riso o anche al gelato ottenuto con latte di soia.
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Bisogna però avere consapevolezza di cosa si mangia e dunque saper scegliere. Inutile dire che sarebbe meglio evitare i gelati confezionati. Infatti, al di là di casi specifici come vacanze all’estero in luoghi non sicuri dal punto di vista igienico, questi presentano solo svantaggi a livello nutrizionale, annullando del tutto le qualità che di solito attribuiamo al gelato. Le produzioni industriali, infatti, presentano una quantità superiore di zucchero (che oltre a rendere il gelato più goloso serve ad abbassare la temperatura di congelamento donando quindi maggior cremosità) e ricorrono ad aromi artificiali, conservanti, stabilizzanti, etc.

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